Anci Lazio

Scuole, Piacentini: “Nuovo impulso ai piccoli centri”

Nuovo impulso alle scuole dei piccoli centri” questo, in breve, è il messaggio che Anci Lazio lancia alla commissione istruzione, politiche educative ed edilizia scolastica di Anci Nazionale In riferimento allo “Schema di decreto interministeriale sui criteri per la definizione del contingente organico dei dirigenti scolastici e direttori dei servizi generali e amministrativi e la sua distribuzione tra le regioni per il triennio 2024/2025, 2025/2026, 2026/2027 ai sensi della legge 29 dicembre 2022, n. 197, art.1, c. 557”.

Nel Lazio – spiega la Delegata alla Scuola di Anci Lazio, Luisa Piacentini – abbiamo 254 comuni che hanno meno di 5000 abitanti che rappresentano una ricchezza unica per il territorio regionale con il loro patrimonio materiale e immateriale di cultura, socialità e tradizioni che rischia di andare disperso a fronte di processi di spopolamento con conseguenti fenomeni di desertificazione economica e sociale.

Il problema legato all’emergenza scolastica è rappresentato da istituti che rischiano di scomparire per via di una serie di fattori come l’aumento delle pluriclassi o il taglio del tempo pieno, fattori che pesano tantissimo anche sulla tenuta sociale e di comunità di quei territori, oltre a rappresentare un problema per gli istituti di comuni più grandi che spesso hanno superato, e di molto, il limite massimo imposto, negli anni passati, per il dimensionamento pari a 1200 frequentanti per scuola.

Ormai non si contano le sezioni chiuse negli ultimi anni e le situazioni di difficoltà, ciò dimostra una volta di più che la chiusura di una scuola fa aumentare la marginalità di territori già di per sé fragili”.

A farle eco anche il vicepresidente di Anci Lazio e Sindaco di Castel San Pietro Romano, Gianpaolo Nardi:

C’è bisogno – spiega – di un’azione sistemica, ma c’è bisogno anche di interventi puntuali e minimali, concreti, immediatamente programmabili e realizzabili che produrrebbero benefici immediati su tutto il sistema, scelte che possono essere compiute e che fanno riferimento a precise responsabilità politiche.

Salvare le scuole dei piccoli Comuni montani significa lasciare presidi territoriali, evitare congestioni a livello centrale, garantire una didattica ricca perché proporzionata e pluricentrica, salvaguardare gli investimenti fatti dai piccoli e grandi Comuni in termini di sicurezza e messa a norma degli edifici con fondi PNRR e di garanzia di servizi di qualità connessi al sistema scolastico

ANCI Lazio chiede che non siano soltanto i Comuni a difendere la scuola diffusa, ma che la Regione abbia una strategia per la scuola di montagna e delle zone svantaggiate, che lo Stato garantisca l’istruzione capillare e uniforme sul territorio nazionale; ad oggi le risposte e le scelte hanno privilegiato un accentramento che non produce alcun beneficio a nessuno dei soggetti interessati, ma che impoverisce il sistema scolastico dentro uno schema in cui le responsabilità vengono rimpallate e in cui non si fa il benché minimo sforzo per garantire quella protezione territoriale che diventa anche protezione sociale. Anche quando si potrebbe fare qualcosa, anche quando si tratta di scegliere, seppur in una condizione difficile e complessa si privilegia l’accentramento nella logica dei grandi numeri.