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ANCI Lazio e il Piano scuola 20/21. Criticità nei piccoli comuni

Lo scorso 14 luglio, presso la sala “Aldo Moro” del Ministero dell’Istruzione in viale Trastevere, si è tenuta la riunione del Tavolo regionale operativo di cui al Piano scuola 2020-2021 approvato con decreto del Ministro dell’Istruzione il 26 giugno 2020.

Nel corso della seduta del tavolo sono stati esaminati i primi risultati del monitoraggio in corso di svolgimento a cura delle istituzioni scolastiche del Lazio, sull’organizzazione che ciascuna si darà al fine di contenere l’emergenza epidemiologica.

Alla riunione, oltre al Ministro Azzolina, l’assessore regionale Di Berardino, i rappresentati di UPI Lazio, della Protezione Civile e dei plessi scolastici delle cinque province del Lazio, presente anche ANCI Lazio, con Luisa Piacentini, membro del Direttivo con delega alle Politiche Educative e Istruzione:

Una riunione molto proficua in cui, come ANCI Lazio, ho portato all’attenzione del Ministro la preoccupazione dei Sindaci per la riapertura delle scuole a settembre. La situazione deve essere gestita con estrema attenzione perché ci sono profonde differenze strutturali e logistiche tra grandi centri urbani e piccoli Comuni dove, spesso, non ci sono strutture idonee ad accogliere i ragazzi, vanno curate insomma le criticità sull’edilizia scolastica, la scuola è un unicum edilizio rispetto ad altri ambienti, una palestra non è un’aula così come non lo è un magazzino o un corridoio. Ho sottolineato però che i comuni e i sindaci non si tirano insieme e che anzi sono proattivi alla ricerca delle soluzioni più idonee ad ovviare ai problemi che si creeranno.

Infine – conclude Piacentiniho voluto riportare altre due problematiche importanti. Una riguarda gli scuolabus, nei piccoli comuni spesso ne esiste solo uno, impossibile garantire il distanziamento sociale se non facendo più viaggi e più viaggi si traducono in costi maggiori, così come il problema si riporta alle cosiddette “pluriclassi”.

In ultimo una criticità di carattere psicologico, legata ai bambini più piccoli che si ritrovano a poter giocare a casa o al parco con altri bimbi ma che a scuola non potranno farlo con i proprio compagni di classe. Penso che bisognerà studiare il modo per abituarli alle norme senza creare in loro un disagio sociale“.