La Giornata Internazionale per l’eliminazione della violenza contro le donne deve essere solo uno dei momenti di riflessione su un problema sempre più culturale legato anche alla mancanza di educazione affettiva all’interno delle scuole.
Come amministratrici Anci Lazio non possiamo che essere sensibili ai temi di questa giornata che, ogni anno, porta alla luce la triste conta delle donne uccise dalla mano di uomini, nella maggior parte dei casi, loro partner, ex partner o familiari.
Le forze politiche insieme hanno approvato già una legge che snellisce burocraticamente le pratiche successive alle denunce per maltrattamenti. Ma non basta. Dobbiamo fare sempre di più, dobbiamo creare rete tra gli enti locali, i centri anti violenza (cav), le case rifugio e le associazioni affinché la donna che denuncia abbia alloggio e assistenza immediata per non dover ritornare nelle case in cui quelle violenze si consumano. Soprattutto dobbiamo lavorare partendo dal basso, nelle scuole, dando alle ragazze e ai ragazzi gli strumenti per crescere con una cultura diversa, che smonti quella patriarcale e tossica che permea la nostra società.
104 sono le vittime di femminicidio quest’anno, di cui 88 uccise in ambito familiare o affettivo: un numero che non può passare inosservato e che deve mantenere alta l’attenzione su di un problema che vedrà la soluzione quando questo numero sarà portato a zero.
Insieme possiamo cambiare le cose, insieme siamo più forti.